dimanche 6 avril 2014

I Quebecchesi non capiscono*


Domani, ci sarà un’elezione in Québec. Il governo minoritario del Parti Québécois ha vinto l’ultima elezione, 18 mesi fa. La prima ministra, Pauline Marois, ha deciso di indire un’elezione per raggiungere la maggioranza e avere il margine necessario par applicare il suo programma politico. All’inizio della campagna, il Parti Québécois aveva il vantaggio nei sondaggi d’opinione, pero dal momento in cui si è cominciato a parlare dell’indipendenza e del referendum, un argomento del quale il Parti Libéral ha aproffitatto abbondantemente, l’indice di popolarità del Parti Québécois si è abassato rapidamente.

Tutto ha cominciato quando Pierre-Karl Péladeau (il « Berlusconi » quebecchese dicono alcuni) ha annunziato la sua candidatura per il Parti Québécois e ha fatto una professione di fede nell’indipendenza del Québec. Alla fine della conferenza stampa, ha alzato il pugno per dimostrare la sua fiducia nella causa, un gesto che nemmeno gli strateghi del partito avevano previsto. 

Secondo i sondaggi successivi, questo simplice gesto, questo pugno, ha fatto cambiare idea al 10 per cento (forse di più) dell’elettorato che ha deciso di appogiare il Parti Libéral o l’altro partito importante, la CAQ. Quindi, un pugno alzato e qualche frase sono stati sufficienti per fare cambiare idea a tanta gente? Questo dimostra bene la mancanza di convizione di molti Quebecchesi.

La maggioranza dei Quebecchesi hanno paura della indipendenza anche se abbiamo tutto per essere un paese, forse tanto come i paesi scandinavi e sicuramente come la Catalogna e la Scozia. Abbiamo paura e preferiamo lasciare altri decidere per noi. Ci basta essere una voce debole nel mondo, senza la credibilità necessaria per avere un’influenza riguardo ad argomenti importanti come l’ambiente, la giustizia sociale, la lingua e la cultura.

Abbiamo dimenticato che all’inizio l’indipendenza era un sogno bellissimo. Oggi il sogno sembra morto. Siamo tutti responsabili. Abbiamo scelto il comfort invece dell’incertezza, la frenesia consumatrice invece della solidarietà. Anche Il Parti Québécois è responsabile del crollo di questo sogno. Ha fatto molte errori. Ci ha proposto un’indipendenza contabile e una carta dei valori basata su motivi elettorali. Ha fatto molte promesse soltanto per vincere l’elezione.

Sono deluso come tanti altri. I Quebecchesi preferiscono la corruzione invece dell’affermazione. Non capiscono que abbiamo tutto per fare un paese, tranne la voglia, la coscienza, il coraggio e l’apertura.

Nel Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, il protagonista principale, il principe Fabrizio dice: Tutto deve cambiare, perché nulla cambi. Tout doit changer pour que rien ne change. Siamo arrivati a questo punto.

* Les Québécois ne comprennent pas et ce n’est pas à cause de l’italien.

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